(...) " Fiorentin mangia fagioli lecca piatti e romaioli e per farla più pulita poi si lecca anche le dita (...)"
Finalmente (?) è arrivato l'inverno, con le piogge incessanti e il freddo pungente che tutti aspettavano!
E ieri siccome e stata una giornata particolarmente uggiosa, io e mia madre abbiamo deciso di rifare una ricetta buonissima, tipica toscana, seguendo la ricetta di mio nonno Gino.
Questo é un piatto che mi sta particolarmente a cuore perché mi riporta alla mia infanzia, alla cucina di mio nonno e alle sue mani grandi e così esperte in cucina.
Mi riporta con la mente a quando dicevo schifata che "il cavolo non mi piace! e nemmeno i fagioli!", dimenticandomene subito dopo aver messo in bocca il primo cucchiaio di questa zuppa magnifica.
E come ci rimasi male quando mi dissero che era a base degli ingredienti che tanto odiavo!
- 5 carote
- 2 coste di sedano
- 2 cipolle dorate
- il gambuccio di un prosciutto o se non lo trovate anche i fondini del supermercato.. anche se con l'osso sarebbe il top!
- 1/2 kg di cavolo nero
- 1/2 cavolo verza
- 1/2 cavolo cappuccio
- 1 kg di fagioli cannellini nella loro acqua di cottura
- 500g di fagioli borlotti nella loro acqua di cottura
- sale, pepe qb
- 3 patate medie
- 1 kg di pane raffermo tagliato a cubetti abbastanza grandi
Procedimento:
Tritate gli odori grossolanamente e farli rosolare in una bella pentola capiente (se é di coccio come da tradizione é meglio).
Una volta rosolati a dovere aggiungere la polpa del prosciutto a pezzetti e l'osso (senza la cotenna) e far rosolare così che il grasso si sciolga e che il tutto si insaporisca.
Aggiungere mezzo litro d'acqua e aspettare che raggiunga il bollore.
A questo punto aggiungere il resto delle verdure e tuberi sminuzzati grossolanamente tranne i fagioli (patate, cavolo verza, cavolo cappuccio, cavolo nero).
Aggiungere un altro mezzo litro di acqua, un pizzicotto di sale, coprire il tutto e far bollire per un'ora abbondante fino a quando tutte le verdure saranno cotte.
A questo punto frullate metà dei fagioli e li aggiungete alla zuppa, finendo con la broda (acqua di cottura dei fagioli) e gli altri interi.
Dopo un paio d'ore di cottura a fuoco lento (io ho la stufa a legna quindi la faccio proprio alla vecchia maniera) assaggiate e aggiustate di sale e pepe.
Il pane a cubetti (rigorosamente sciocco) tostato o raffermo va sul fondo della ciotola al momento di servire, sopra ci metterete la zuppa condita con un filo d'olio e una grattata di pepe nero ed il gioco é fatto!
Il pane a cubetti (rigorosamente sciocco) tostato o raffermo va sul fondo della ciotola al momento di servire, sopra ci metterete la zuppa condita con un filo d'olio e una grattata di pepe nero ed il gioco é fatto!
Curiosità:
La storia della ribollita sembra avere origini molti antiche. Uno dei piatti antenati della ribollita pare essere quello che veniva preparato dai servi dei ricchi feudatari; spesso questi ultimi si facevano servire la carne arrosto sopra delle focacce di pane azzimo facendo a meno di utilizzare piatti e posate. Le focacce però non venivano mangiate e venivano date ai servi; questi le facevano bollire in grandi pentoloni pieni di acqua con l’aggiunta di ciò che riuscivano a trovare nelle campagne circostanti (solitamente erbe e verdure).Le quantità erano tali che duravano diversi giorni e il tutto veniva ogni volta ribollito acquistando sempre più sapore. Nel corso dei secoli la preparazione si è affinata a tal punto da diventare una vera e propria ricetta.
Alla fine la ribollita non é altro che la minestra di pane (o zuppa di pane) riscaldata più di una volta, la quale nel tempo si é arricchita di ingredienti, arrivando a comprendere anche la carne come potrebbero essere scarti di prosciutto, cotenne o lardo.
La storia della ribollita sembra avere origini molti antiche. Uno dei piatti antenati della ribollita pare essere quello che veniva preparato dai servi dei ricchi feudatari; spesso questi ultimi si facevano servire la carne arrosto sopra delle focacce di pane azzimo facendo a meno di utilizzare piatti e posate. Le focacce però non venivano mangiate e venivano date ai servi; questi le facevano bollire in grandi pentoloni pieni di acqua con l’aggiunta di ciò che riuscivano a trovare nelle campagne circostanti (solitamente erbe e verdure).Le quantità erano tali che duravano diversi giorni e il tutto veniva ogni volta ribollito acquistando sempre più sapore. Nel corso dei secoli la preparazione si è affinata a tal punto da diventare una vera e propria ricetta.
Alla fine la ribollita non é altro che la minestra di pane (o zuppa di pane) riscaldata più di una volta, la quale nel tempo si é arricchita di ingredienti, arrivando a comprendere anche la carne come potrebbero essere scarti di prosciutto, cotenne o lardo.
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